top of page
KYEM+payoff.png

Yoga Sutra e Panayama

YOGA SUTRA

Questa nostra giornata di studio della nostra formazione sarà dedicata a uno dei testi più importanti dello Yoga classico, gli Yoga-sūtra di Patañjali, prima sistematizzazione scritta dell’antica disciplina Yoga e base del “sistema filosofico” che da essa trae origine.

Attraverso un’analisi linguistica e comparativa avvicineremo quest’opera privilegiando un approccio
tradizionale, cercando di evidenziarne il contesto culturale, il lessico e i contenuti principali.


Argomenti trattati:
- Cenni storici, lo Yoga nella letteratura sanscrita e nel contesto filosofico dell’India.
- La figura di Patañjali: le otto parti dello Yoga e struttura dell’opera.
- La lettura scolastica degli Yoga-sūtra.
- Analisi approfondita di alcuni passaggi chiave.
- Il linguaggio dello Yoga: un confronto intertestuale.
 

Il Docente
Iacopo Nuti tiene corsi e seminari di lingua e letteratura sanscrita in varie città italiane.
Laureatosi all’Università di Pisa, collabora con Istituti e Centri di cultura per la ricerca delle
relazioni tra India e Occidente. Ha contribuito ad alcune pubblicazioni sulla spiritualità
dell’India.

HATHA YOGA

Sebbene questa formazione sia dediata prevalentemente allo studio e al funzionamento dell'Ashtanga Yoga, è fondamentale portare lo sguardo alle origini di tale pratica. Origini che nutrono, sostengono e influenzano direttamente l'Ashtanga Yoga stesso.

Considerando lo Yoga come uno dei 6 Darshanam (Nyaya, Vaisheshika, Yoga, Samkhya, Mimansa e Vedanta); possiamo immaginare lo Yoga come uno dei 6 rami principali di un albero, che trae le sue origini e nutrimento dalle radici rappresentate dai Veda e più nello specifico dalle Upanishad. Un KALPA VRKSHA, o albero dei desideri, che esiste e si fa dono per gli esseri umani al fine di ritrovare la connesione perduta con il divino.

Il ramo dello Yoga, può essere suddiviso in altre diramazioni principali(Bhakti, Jnana, Karma, Raja), di cui l'Hatha Yoga rappresenta una delle possibili vie, che nasce nel momento in cui nella pratica dello Yoga si inizia a dare maggiore rilevanza alla componente corporea, nelle sue molteplici possibilità.

La pratica corporea non può essere scissa o divisa dalle dimensioni Spirituale e Mentale. In questo senso l'Hatha Yoga apre lo sguardo, crea uno spazio di ascolto e pratica più ampio e ci permette di vivere, attraverso il corpo, la via dello Yoga in modo profondo e dedicato ai bisogni del praticante.

L'Ashtanga Yoga affonda le sue origini nelle radici dell'Hatha, che a sua volta, in un disegno più ampio ed organico, affonda le proprie radici nell'albero dello Yoga, che appartiene ad un universo ancora più vasto.

Alcuni elmenti della pratica del'Hatha Yoga:

-Pranayama

-Mudra

-Bandha

-Asana

-Shatkarma

Per un insegnante di Ashtanga Yoga è fondamentale riconoscere le origini di tale pratica e sapersi muovere nel territorio vasto dell'Hatha Yoga, anche al fine di essere preparato ad accogliere tutte le tipologie di praticanti e saper impostare una lezione che tenga presente le differenti esigenze.

PRANAYAMA

34. La stabilità mentale si ottiene attraverso l’espirazione e la ritenzione del respiro

 

Yoga Sutra I 34

 

 

49. Il Pranayamah, (segue) quando quello (asana) è conseguito. Consiste nella regolazione del respiro che entra e che esce

50. (Pranayamah) appare comeuna serie di movimenti (del respiro) esterni, interni, trattenuti. Questi sono prolungati e sottili a seconda di luogo, tempo e numero.

51. Il quarto (tipo di Pranayamah) supera i limiti dell’interno e dell’esterno

52. Allora, il velo che copre l’illuminazione si attenua.

53. Inoltre, la mente diventa idonea alla concentrazione

 

Yoga Sutra II 49,53

 

1. Quando lo Yogi si è perfezionato nelle posizioni, deve praticare Prânâyâma secondo gli insegnamenti del proprio maestro, con i sensi sotto controllo e seguendo una dieta salutare e moderata.

2. Quando il respiro è irregolare la mente è instabile. Quando il respiro è immobile, la mente è calma e lo Yogi raggiunge l'immobilità assoluta. Questo si ottiene trattenendo il respiro.

3. Si dice che c'è vita, finché c'è il respiro: la morte è la sua mancanza. Quindi il respiro deve essere trattenuto.

 

Hatha Yoga Pradipika II 1,3

bottom of page